Consigli per un weekend a Napoli: cosa vedere e dove mangiare

Emanuele Persiani

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Piazza del Plebiscito a Napoli in notturna

Napoli è una città ricca di storia, arte e cultura, ma anche di sapori e tradizioni. Per un weekend indimenticabile, ecco alcuni consigli su cosa fare e dove mangiare. 

Napoli è una città ricca di storia, arte, cultura e tradizioni. È anche famosa per la sua cucina, che offre una varietà di piatti tipici e di specialità da assaggiare. Se avete deciso di visitare Napoli, vi consigliamo di iniziare il vostro tour dai suoi quartieri più caratteristici, come Spaccanapoli e i Quartieri Spagnoli. Qui potrete ammirare le bellezze architettoniche e artistiche della città, come le chiese, i palazzi, i musei e i monumenti. Potrete anche immergervi nell’atmosfera vivace e colorata delle strade, dove incontrerete i napoletani, sempre cordiali e ospitali. E non dimenticate di assaporare il cibo di strada, che rappresenta una delle espressioni più autentiche della gastronomia napoletana. 

Tra i consigli che seguiranno, con i vari locali suddivisi per quartieri, voglio mettervi una piccola anticipazione: nella zona del Vomero potete trovare, tra i vicoli storici e i quartieri più popolari, un piccolo mercato rionale che si sviluppa vicino a delle botteghe storiche dove poter trovare i prodotti più autentici della tradizione culinaria partenope. Tra i vari vi posso consigliare, a occhi chiusi, di andare alla ricerca del piccolo negozio dei F.lli Troncone che con la loro gastronomia vi potranno far assaggiare dei prodotti veramente locali e delle preparazioni fatte seguendo la tradizione casalinga come la frittata di pasta.

Continua a leggere di seguito per scoprire:

  • I quartieri spagnoli
  • Spaccanapoli
  • Il vomero
  • Lungomare
  • I consigli sui migliori ristoranti

Cosa sono i quartieri spagnoli e spaccanapoli 

I quartieri spagnoli e spaccanapoli sono due zone del centro storico di Napoli, che si distinguono per la loro vivacità, il loro fascino e la loro autenticità. I quartieri spagnoli prendono il nome dalle truppe spagnole che vi si stanziarono nel XVI secolo, e sono formati da una fitta rete di vicoli, scale e piazzette, dove si respira l’atmosfera tipica napoletana. Spaccanapoli è invece il nome popolare di una delle strade principali della città, che la divide in due parti, e che è costellata di chiese, palazzi, monumenti e botteghe artigianali. 

Mentre passeggiate per queste zone, non potete fare a meno di notare i numerosi banchetti e le botteghe che vendono il cibo di strada, una tradizione che risale al Medioevo. Tra le specialità da provare ci sono la pizza fritta, una frittura di pasta lievitata ripiena di pomodoro, mozzarella e altri ingredienti, la sfogliatella, un dolce a forma di conchiglia ripieno di ricotta e canditi, e il babà, un dolce bagnato nel rum. Questi e altri piatti vi faranno scoprire i sapori intensi e genuini della cucina napoletana, che riflette la storia e l’identità di questa città unica. 

I quartieri Spagnoli, la napoli popolare

I quartieri spagnoli sono una delle zone più caratteristiche e affascinanti di Napoli, situati tra il centro storico e il lungomare. Il loro nome deriva dalla presenza di caserme e alloggi per le truppe spagnole che occuparono la città nel XVI secolo. Oggi i quartieri spagnoli sono un luogo di forte identità popolare, dove si respira l’atmosfera tipica napoletana, fatta di colori, suoni, profumi e sapori. 

Cosa vedere 

I quartieri spagnoli offrono molte attrazioni per i visitatori, che possono ammirare le testimonianze di un passato ricco di storia e arte, ma anche scoprire le tradizioni e le peculiarità di una cultura viva e dinamica. Ecco alcuni dei luoghi da non perdere: 

  • La chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe: si tratta di un edificio barocco del XVIII secolo, famoso per la presenza delle reliquie di Santa Maria Francesca, una mistica napoletana che operò miracoli e guarigioni. La chiesa conserva anche una sedia miracolosa, dove le donne che desiderano avere figli si siedono per invocare l’intercessione della santa. 
  • Il palazzo Serra di Cassano: è uno dei più bei palazzi nobiliari di Napoli, costruito nel XVII secolo e arricchito da affreschi, stucchi e arredi di pregio. Il palazzo ospita la sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, che organizza visite guidate, mostre e conferenze. 
  • La galleria Umberto I: è una delle più famose gallerie commerciali d’Europa, inaugurata nel 1890 e caratterizzata da una struttura in ferro e vetro, con una cupola a croce di 57 metri di altezza. La galleria ospita negozi, caffè, ristoranti e il teatro San Carlo, il più antico teatro lirico d’Italia. 
  • La via Toledo: è una delle principali arterie della città, lunga circa 1,2 km e ricca di negozi, chiese, palazzi e monumenti. Lungo la via si possono ammirare la piazza del Plebiscito, con la basilica di San Francesco di Paola e il palazzo reale, la galleria Borbonica, un complesso di tunnel sotterranei usati come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale, e la stazione Toledo della metropolitana, considerata una delle più belle al mondo per le sue opere d’arte contemporanea. 

Spaccanapoli, la via centrale

Tra le attrazioni da non perdere a Spaccanapoli ci sono il Duomo di Napoli, che custodisce la cappella del tesoro di San Gennaro, il santo patrono della città, la chiesa di Santa Chiara, con il suo splendido chiostro maiolicato, e il Museo Cappella Sansevero, dove si può ammirare il celebre Cristo Velato, una scultura in marmo di incredibile realismo. Nei Quartieri Spagnoli, invece, vi consigliamo di visitare il Palazzo Reale, sede della monarchia napoletana dal XVI al XIX secolo, la Galleria Umberto I, un elegante edificio in stile liberty, e il Teatro San Carlo, il più antico teatro d’opera d’Europa. 

Cosa fare nell’area di Ppaccanapoli 

  • Assaporare la cucina locale, tra pizze, fritti, dolci e caffè, in uno dei tanti ristoranti, pizzerie, friggitorie e pasticcerie che si trovano lungo le strade. 
  • Ammirare le opere d’arte e l’architettura di alcune delle chiese più belle di Napoli, come la basilica di Santa Chiara, la chiesa del Gesù Nuovo, la cappella Sansevero e la chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco. 
  • Scoprire la tradizione del presepe napoletano, visitando i laboratori dei maestri pastori, che realizzano le statuine in terracotta, e i musei dedicati a questa arte, come il museo di San Martino e il museo del presepe. 
  • Fare shopping tra le bancarelle e i negozi che vendono prodotti tipici, come il limoncello, la mozzarella, i taralli, i coralli e i souvenir. 
  • Vivere la movida napoletana, frequentando i locali, i pub, i bar e le piazze dove si svolge la vita notturna della città. 

Infine si consiglia anche un giro nella zona del Vomero, l’antico quartiere residenziale

Il Vomero: un quartiere da scoprire 

Il Vomero è uno dei quartieri più popolosi e dinamici di Napoli, situato sulla collina che domina il centro storico. Il suo nome deriva dal latino “vomer”, che significa aratro, a indicare la sua origine agricola. Oggi il Vomero è un quartiere moderno e cosmopolita, ricco di negozi, ristoranti, bar, cinema, teatri e musei. È anche un luogo di grande interesse storico e culturale, con monumenti, chiese, ville e parchi che testimoniano il suo passato e la sua bellezza. 

Curiosità sulla storia del Vomero

Il Vomero ha una storia antica e complessa, che si intreccia con quella di Napoli e della Campania. Le prime tracce di insediamenti umani risalgono all’età del bronzo, quando la collina era abitata da popolazioni osche. In epoca romana, il Vomero divenne una zona residenziale per le famiglie nobili, che vi costruirono ville e terme. Tra il IX e il X secolo, il Vomero fu fortificato dai bizantini, che vi eressero il Castel Sant’Elmo, ancora oggi uno dei simboli del quartiere. Nel Medioevo, il Vomero fu conteso tra i vari poteri che si succedettero a Napoli, tra cui i normanni, gli svevi, gli angioini e gli aragonesi. Fu sotto questi ultimi che il Vomero conobbe un periodo di splendore, grazie alla costruzione di numerose chiese e conventi, tra cui la Certosa di San Martino, uno dei capolavori dell’arte barocca napoletana. Nel XVIII secolo, il Vomero fu interessato da un processo di urbanizzazione, che portò alla nascita di nuove strade, piazze e palazzi. Tra il XIX e il XX secolo, il Vomero si trasformò in un quartiere elegante e borghese, frequentato da intellettuali, artisti e politici. Tra le personalità che vissero o soggiornarono al Vomero si ricordano Benedetto Croce, Matilde Serao, Gabriele D’Annunzio, Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello. Nel secondo dopoguerra, il Vomero subì un’ulteriore espansione edilizia, che lo rese uno dei quartieri più popolosi e trafficati di Napoli. Negli ultimi decenni, il Vomero ha visto anche un rinnovamento sociale e culturale, con la nascita di iniziative e associazioni che ne valorizzano il patrimonio e la vivacità. 

Il Vomero è un quartiere che si distingue per le sue caratteristiche, che lo rendono unico e affascinante. Tra le principali caratteristiche si possono citare: 

  • La sua posizione collinare, che gli conferisce un clima mite e una vista panoramica. 
  • La sua rete di trasporti, che lo collega al resto della città con funicolari, metropolitane, autobus e taxi. 
  • La sua vitalità commerciale, che lo rende uno dei centri dello shopping e del divertimento di Napoli, con negozi, mercati, bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, cinema, teatri e locali notturni. 
  • La sua varietà architettonica, che riflette i diversi stili e le diverse epoche che hanno segnato la sua storia, dal medioevo al contemporaneo. 
  • La sua identità culturale, che lo rende un luogo di incontro e di scambio tra le diverse anime di Napoli, tra tradizione e innovazione, tra popolare e raffinato, tra sacro e profano. 
  • La sua anima artistica, che lo rende un luogo di ispirazione e di espressione per molti artisti, che vi hanno lasciato le loro opere e le loro testimonianze. 
  • La sua atmosfera accogliente, che lo rende un luogo di ospitalità e di convivialità per i residenti e per i visitatori, che vi trovano un clima di cordialità e di allegria. 

Altra meta da mettere in programma per il tuo tour di Napoli è sicuramente l’area costiera con il lungomare di Napoli.

Il lungomare di Napoli e Piazza del Plebiscito: una passeggiata tra storia e gastronomia 

Un itinerario per scoprire le bellezze e i sapori della città partenopea 

Il lungomare di Napoli 

Il lungomare di Napoli è uno dei luoghi più suggestivi e affascinanti della città, dove si può ammirare il panorama del Golfo, il Vesuvio, il Castel dell’Ovo e le isole di Capri, Ischia e Procida. Lungo il viale si susseguono eleganti palazzi, giardini, fontane e monumenti, che testimoniano la storia e la cultura napoletana. 

Una tappa obbligata per chi visita il lungomare è il Caffè Gambrinus, il più antico e famoso caffè letterario di Napoli, frequentato da scrittori, artisti e intellettuali come Benedetto Croce, Gabriele D’Annunzio, Matilde Serao e Eduardo De Filippo. Qui si può gustare un caffé napoletano, accompagnato da una sfogliatella o da un babà, dolci tipici della pasticceria locale. 

Per chi ama il pesce, il lungomare offre una varietà di ristoranti e trattorie, dove si possono assaporare le specialità della cucina marinara, come la zuppa di cozze, gli spaghetti alle vongole, il fritto misto, la pizza con le alici e il pesce all’acqua pazza. Tra i locali storici, si segnalano il Ristorante Transatlantico e il Ristorante Zi Teresa.

Piazza del Plebiscito 

Proseguendo il percorso lungo il lungomare, si arriva a Piazza del Plebiscito, la più grande e scenografica piazza di Napoli, circondata da imponenti edifici come il Palazzo Reale, la Basilica di San Francesco di Paola, il Palazzo della Prefettura e il Palazzo Salerno. La piazza è stata teatro di importanti eventi storici, come il plebiscito del 1860 per l’annessione al Regno d’Italia e le celebrazioni per l’Unità d’Italia nel 2011. 

La piazza è anche un luogo di cultura e divertimento, dove si svolgono concerti, spettacoli, mostre e manifestazioni. Tra le attrazioni più famose, c’è il Caffè del Plebiscito, un elegante caffè in stile liberty, dove si può fare una pausa rinfrescante e gustare un gelato artigianale o una granita al limone. Per chi preferisce un pasto più sostanzioso, c’è il Ristorante Pizzeria Brandi, dove si dice sia stata inventata la pizza Margherita nel 1889, in onore della regina Margherita di Savoia. 

Il lungomare di Napoli e Piazza del Plebiscito sono due tappe imperdibili per chi vuole conoscere la bellezza e il fascino della città, e lasciarsi conquistare dai suoi profumi e sapori. 

Consigli sui posti da visitare e dove mangiare a Napoli

Qui di seguito qualche consiglio sui posti PROVATI e CONSIGLIATI, ma prima parliamo di un fattore molto noto.

Il costo dei prodotti è aumentato per i turisti?

Se viaggi a Napoli, potresti notare che in alcuni ristoranti, bar, o negozi i prezzi sono diversi a seconda che tu sia un turista o un residente. Questa pratica, nota come “tassa per i turisti”, consiste nel far pagare di più i visitatori stranieri o provenienti da altre regioni italiane, approfittando della loro scarsa conoscenza del mercato locale o della loro disponibilità a spendere di più per vivere un’esperienza tipica. Ma perché i napoletani adottano questa pratica? E quali sono le sue implicazioni economiche, sociali, e culturali? 

Le ragioni che spingono alcuni esercenti napoletani a praticare la tassa per i turisti sono molteplici e complesse. Tra queste, possiamo citare: 

  • La crisi economica che ha colpito duramente il settore del turismo, soprattutto dopo la pandemia di Covid-19, e che ha costretto molti locali a cercare di recuperare le perdite aumentando i margini di profitto sui clienti più facoltosi. 
  • La scarsa regolamentazione e il basso livello di controllo da parte delle autorità competenti, che rendono difficile contrastare le pratiche abusive e garantire la trasparenza e la legalità nel settore turistico. 
  • La mentalità opportunistica e furbesca di alcuni napoletani, che vedono nel turista una fonte facile di guadagno e che si sentono in diritto di approfittare della sua ingenuità o della sua generosità. 
  • La mancanza di una cultura dell’accoglienza e del rispetto reciproco, che porta a considerare il turista come un estraneo o un invasore, e non come un ospite o un amico, e che impedisce di valorizzare la ricchezza e la diversità che il turismo può portare alla città. 

Ma alla fine quali sono le conseguenze di questa politica?

La tassa per i turisti, oltre a essere ingiusta e discriminatoria, ha anche degli effetti negativi sia per i turisti stessi che per i napoletani. Tra questi, possiamo citare: 

  • Il danno alla reputazione e all’immagine di Napoli, che viene percepita come una città poco ospitale, disonesta, e pericolosa, e che perde attrattiva e competitività rispetto ad altre destinazioni turistiche. 
  • La perdita di fiducia e di soddisfazione da parte dei turisti, che si sentono truffati e sfruttati, e che difficilmente torneranno a visitare Napoli o la consiglieranno ad altri. 
  • La riduzione del reddito e dell’occupazione nel settore turistico, che dipende in gran parte dalla domanda e dalla spesa dei visitatori, e che rischia di entrare in una spirale negativa se i turisti diminuiscono o spendono di meno. 
  • La rottura del legame sociale e culturale tra i napoletani e i turisti, che invece di scambiarsi conoscenze, esperienze, e valori, si chiudono in una logica di sospetto, di conflitto, e di sfruttamento. 
  • L’impoverimento della qualità e della varietà dell’offerta turistica, che tende a omologarsi e a standardizzarsi, perdendo il fascino e l’autenticità che caratterizzano Napoli e la sua cultura. 

Quindi possiamo affermare che la tassa per i turisti è una pratica che danneggia tutti: i turisti, i napoletani, e la città di Napoli. Per combatterla, è necessario un intervento coordinato e condiviso tra le istituzioni, gli operatori del settore, e i cittadini, che promuova una maggiore sensibilizzazione, una maggiore regolazione, e una maggiore collaborazione. Solo così si potrà garantire un turismo sostenibile, equo, e responsabile, che rispetti i diritti e le esigenze di tutti, e che valorizzi le potenzialità e le bellezze di Napoli. 

Dove mangiare nella zona dei Quartieri Spagnoli

Se vi trovate nella zona dei quartieri spagnoli potete provare un panino presso “con mollica o senza” dove il panino più economico comunque sta a 7.50 euro

con mollica o senza

Sono svariati i punti vendita che ti potranno porporre la “trippa bollita” con il limone, un prodotto sicuramente locale e caratteristico.

Casa Infante è infine un posto ottimo per prendere un gelato o un dolce SENZA il sovrapprezzo (che invece può essere applicato da altri bar.

Dove mangiare a Spaccanapoli

Un posto ideale dove mangiare un po’ di fritto è sicuramente Il Cuoppo ma ordinando le alici arrivano poi i latterini, in pratica le “alici in miniatura”.

Se volete mangiare i taralli vi posso consigliare “Taralleria Napoletana” dove il prodotto è sicuramente un po’ più caro della versione già in busta ma si tratta di un ottimo tarallo.

Per un pranzo DAVVERO CONSIGLIATO potete anche valutare “O’ cuzzetiello e Sofí” dove si prepara un ottimo prodotto: Il nome “cuzzetiello” deriva dal napoletano “cuzzetto”, che significa “coccige”, in riferimento alla forma del panino che ricorda quella della parte terminale del pane cafone. Il cuzzetiello si prepara con una delle due estremità del pane cafone, che viene privata della mollica interna, creando una sorta di “conchiglia” croccante. La parte interna viene poi riempita con un ragù ricco e saporito, solitamente a base di carne di manzo, maiale o polpettine. Il costo è tra gli 8 e i 12 euro, in base al ripieno.

Se volete mangiare una pizza potete pensare di andare nella Pizzeria Antonio Sorbillo nella parallela di Spaccanapoli (a nord) dove trovate un servizio veloce senza bisogno di prenotare il tavolo. Il prezzo delle pizze è variabile tra i 5 euro e i 18 euro.

pizza margherita sorbillo napoli

Infine per mangiare un ottimio “FIOCCO DI NEVE” vi consigliamo di visitare una delle sedi di Pasticceria Poppella

Dove mangiare nella zone Vomero

Nelle vie del Vomero di alternano aziende di ristorazione a gestione familiare come i piccoli alimentari e le decine di bar, con le multinazionali come Burger King e Mc Dondalds. In un piccolo bar (Vittorio Carraturo) ho avuto l’esperienza di pagare un cappuccino 3 euro e una fetta di pastiera (buona) a 3.50 euro, ma diciamo che i prezzi sono davvero variabili in base all’esercente e al contesto. Magari per un locale il caffé costa meno, per un turista il prezzo è “tassato”.

Se siete in zona Vomero e cercate una pizza potete prendere in considerazione di andare da Gino Sorbillo in zona Vomero, probabilmente la pizzeria più conosciuta della zona.

Dove mangiare sul lungomare di Napoli

Come ristorante, assolutamente delizioso e con una cucina attenta, vi posso consigliare di provare Trattoria Castel Nuovo, con un menù con piatti variabili tra i 10 e i 35 euro.